
BENVENUTI A BIELLA
Biella è situata ai piedi delle Alpi e si divide in tre nuclei: la vecchia area industriale lungo il torrente Cervo, Biella Piano e Biella Piazzo, la parte medievale collinare con splendide vedute 🛸.
Nel nucleo più antico di Biella Piano si trova il Battistero, XI secolo, il Duomo adiacente, la Chiesa ed il Chiostro di San Sebastiano, XIV secolo, ora sede del Museo del Territorio Biellese.
Salendo poi al borgo medioevale di Biella Piazzo, raggiungibile anche con la funicolare, la cui prima installazione risale al 1885, con le sue vetture che, in origine, erano mosse da un meccanismo unico ed ingegnoso di contrappeso ad acqua, si può godere di una suggestiva passeggiata tra i palazzi signorili lungo le strade del borgo o sotto i portici medievali, decorati in cotto, di Piazza Cisterna.
Uniche le dimore ed i giardini di Palazzo Ferrero, Palazzo Gromo Losa e di Palazzo Lamarmora, oggi sedi di convegni, manifestazioni e seminari di vario genere.
La parte lungo il torrente Cervo è l’area dei primi insediamenti industriali 🏭 del tardo 1800. È un’area di grande interesse per il patrimonio di archeologia industriale costituito dai vecchi lanifici. Alcuni, oggi, sono sede di eventi culturali ed artistici, fra tutti Fondazione Pistoletto – Città dell’Arte, mentre un’altra vasta area è stata completamente ristruttura da Fondazione Sella ed è sede di uffici di Banca Sella, sale conferenze e coworking moderni ed innovativi, accessibili a tutti, letteralmente inseriti negli edifici storici.
Il territorio circostante alla città di Biella propone veri e propri gioielli architettonici: il Ricetto di Candelo, piccolo borgo medioevale racchiuso da mura, rappresenta uno degli esempi più belli e meglio conservati di tutta Europa.
Ancora all’epoca medioevale risalgono il borgo di Masserano, antico feudo pontificio, e le piccole chiese romaniche che costellano la Serra, tra cui la chiesa di San Secondo a Magnano, dove si trova un altro bel ricetto con le sue rue e paesaggi mozzafiato a tutto tondo.
A testimoniare il passato feudale del Biellese, numerosi si innalzano i castelli 🏰; fra i tanti quello di Castellengo, quello di Roppolo, affacciato sul lago di Viverone e sede dell’Enoteca Regionale della Serra ed il Brich di Zumaglia. E ancora, il misterioso castello di Rosazza, quello di Valdengo e molti altri manieri come quello di Ternengo, piccoli e deliziosi, immersi quà e là nelle campagne e sulle colline della nostra terra meravigliosa.
E poi la natura 🌼, di una varietà impressionante, da piani distesi, come la brulla Baraggia, risaie e morbidi declivi a fitti boschi sulle colline fino alle montagne con pascoli ricchi e vegetazione abbondante e rocce e sentieri impervi man mano che si sale fino … alle cime più alte: il Monte Mars con i suoi 2600 m, la Cima dei Tre Vescovi, 2501 m, il Monte Mucrone che raggiunge i 2335 m e la mitica Colma di Mombarone, 2371 metri.
Paesi e piccole frazioni, case e caseggiati, fattorie e baite, rifugi di montagna e strade, sentieri, mulattiere lastricate dal duro lavoro manuale degli antenati, corsi d’acqua, tanta, sempre, in ogni luogo. Acqua che scorre, limpida, cristallina a volte impetuosa. Laghi di montagna ed il Lago di Viverone 🏖 in pianura circondato dalla Serra, formazione morenica, dalle colline e dai monti.
Un territorio da visitare, da vivere, una terra ancora ricca di tradizioni, buon cibo e tanti piccoli produttori dal pane fatto in casa, alla produzione di vino, medie aziende conosciute e piccoli agricoltori appassionati e coraggiosi.
Miele 🍯, formaggi, come la toma 🧀 ed il maccagno, birre artigianali ed agricole 🍻, salumi ed insaccati, orti e mirtilli, lamponi, olii essenziali, liquori, grappe e vermouth tradizionali e tanto tanto altro.
Mercati e mercatini, artigiani, scultori, pittori, liutai … e chi più ne ha più ne aggiunga!
Biellese, che territorio!!! 🏴☠️



Biella Vibes




Breve (mica tanto) storia di Biella
Il nome Biella è una finestra sul passato della città e del suo territorio, un luogo che ha accolto e mescolato tradizioni celtiche, romane e medievali.
Le origini del nome Biella si perdono nella storia antica e sono strettamente legate alle vicende del territorio che circonda la città.
Il toponimo sembra derivare dalla radice celtica “belo-” o “bel-“, che significa “luogo elevato” o “altura”.
Questo ha una certa coerenza con la posizione della città, 420 metri/slm, posta ai piedi delle Prealpi biellesi e storicamente collegata a luoghi di controllo strategico sulle vallate circostanti.
Un’altra ipotesi lega il nome di Biella al termine latino “bugella”, attestato nei documenti medievali. Questo termine, evoluto nel tempo in Biella, potrebbe indicare una “terra tra le acque”, facendo riferimento alla fitta rete di corsi d’acqua e torrenti che caratterizzano il territorio.
Infine, la città è stata conosciuta con appellativi come “Bugella civitas”, nome ufficiale usato nei documenti medievali, che rafforzano l’idea di un luogo abitato di rilievo fin dall’antichità.
Le leggende legate a Biella
Come molte città di antica fondazione, anche Biella è avvolta da racconti popolari che possono spiegare l’origine del suo nome.
Una delle leggende più curiose riguarda un antico culto pagano dedicato al dio celtico Beleno, divinità della luce e del sole. Secondo questa tradizione, il nome Biella deriverebbe da “Belo-” o “Bel-“, termini che onoravano la figura di questa divinità. Si racconta che i primi abitanti della zona avrebbero costruito santuari e altari in suo nome, approfittando delle alture che offrivano una vista privilegiata sul sole nascente.
Un’altra leggenda collega il nome della città alla presenza di un’antica sorgente sacra situata presso le colline biellesi. Si dice che questa fonte d’acqua, venerata sia dai Celti e poi dai Romani, fosse conosciuta come la “Fonte di Bugella” e che le sue acque fossero ritenute miracolose. Certo è che la connessione con l’acqua, risulta un elemento onnipresente nel territorio.
Biella nel medioevo: un polo strategico
Durante il medioevo, Biella divenne un centro di primaria importanza sia a livello politico che religioso. La sua posizione, alle pendici delle Prealpi e lungo le vie di comunicazione che collegavano la pianura padana alle Alpi, Valle D’Aosta e Valsesia, ne fece un punto strategico per il controllo del territorio e per il commercio.
A partire dal X secolo, la città acquisì sempre maggiore autonomia grazie alla protezione di importanti famiglie nobiliari, come i Conti di Vercelli, e successivamente sotto il dominio del potente Marchesato del Monferrato.
Tuttavia, uno dei momenti più significativi nella storia medievale della città fu il legame con il casato dei Savoia, che consolidò il suo ruolo come parte integrante del Piemonte.
Nel 1379, Biella ottenne l’importante riconoscimento di “civitas”, ovvero città, che ne sancì l’importanza amministrativa e diede accesso a privilegi economici ed alla costruzione di strutture come mura difensive e fortificazioni.
I luoghi simbolo del nome di Biella
Ancora oggi, il nome Biella è legato a luoghi che ne custodiscono la memoria storica. Tra questi spicca appunto il quartiere medievale del Piazzo, che offre uno sguardo sulla pianura sottostante. Questo borgo antico, con le sue vie acciottolate ed i palazzi signorili, testimonia il ruolo della città come centro fortificato e di controllo durante il medioevo e come luogo privilegiato e sicuro per le famiglie nobiliari nelle epoche successive.
Anche il Santuario di Oropa, racchiude secoli di spiritualità e tradizioni. Sebbene non direttamente collegato al toponimo, il santuario, dedicato alla Madonna Nera, rappresenta un simbolo dell’importanza di Biella come meta di pellegrinaggio e punto di incontro tra fede cristiana e antichi culti locali.
Biella e i Savoia: un legame strategico e politico
Biella entrò a far parte dei domini dei Savoia, come detto,nel 1379, quando Amedeo VI di Savoia, noto come il “Conte Verde”, ottenne il controllo della città e dei suoi territori.
I Savoia investirono nella città, migliorandone le infrastrutture e rafforzandone le difese. Durante il periodo medievale e rinascimentale, Biella era una delle città fortificate più importanti del Piemonte. Le mura difensive furono ampliate ed il borgo medievale del Piazzo divenne il cuore pulsante della vita cittadina. La posizione del Piazzo infatti permetteva un controllo visivo e strategico sull’intera area circostante, rendendolo una roccaforte naturale.
I Savoia favorirono anche lo sviluppo economico della città, concedendo privilegi fiscali e commerciali. Questo permise a Biella di affermarsi come un centro di artigianato, in particolare per la lavorazione della lana, che avrebbe poi dato vita alla fiorente industria tessile nei primi del 900.
L’appartenenza ai domini sabaudi consolidò inoltre il ruolo politico della città, che beneficiò della stabilità offerta dal governo della casata.
Con l’avvento della modernità e l’unificazione d’Italia, il legame con i Savoia rimase simbolicamente forte.




Le tradizioni popolari ed il culto dell’acqua
Uno degli aspetti più affascinanti della storia di Biella è il legame profondo del territorio con l’acqua, un elemento che non solo ha modellato il paesaggio, ma ha anche dato vita a tradizioni popolari e miti locali.
Biella è circondata da una rete di corsi d’acqua, tra cui il torrente Cervo, che hanno sempre giocato un ruolo fondamentale nella vita economica e spirituale della città. Durante l’antichità ed il medioevo, i torrenti venivano visti non solo come preziose risorse naturali, ma anche come luoghi sacri, ove si credeva che risiedessero spiriti e divinità protettrici.
Secondo alcune credenze locali, l’acqua delle sorgenti che sgorgano nelle colline biellesi era dotata di proprietà curative e miracolose. Una delle storie più note riguarda una sorgente sacra situata nei pressi dell’attuale Santuario di Oropa. Si dice che già prima della cristianizzazione, questa fonte fosse venerata come luogo di guarigione, e che il culto dell’acqua venne successivamente integrato nella tradizione cristiana.
Il Santuario di Oropa, con la sua iconica statua della Madonna Nera, è oggi una meta di pellegrinaggio importante, ma le sue origini si intrecciano con antiche credenze precristiane come la Madre ed il Feminino Sacro.
Tuttavia, l’acqua delle fonti del santuario continua ad essere considerata speciale, ed i pellegrini ancora oggi la raccolgono e la utilizzano per rituali di guarigione e benedizione.
Un’altra tradizione popolare legata all’acqua si ritrova nei numerosi mulini che, fin dal medioevo, punteggiavano il territorio biellese. L’energia idraulica alimentava i torchi per la macinazione del grano e, più tardi, i filatoi ed i telai per le lavorazioni della lana.
Ancora oggi, nonostante i moderni macchinari siano alimentati ovviamente ad energia elettrica, gli operai usano dire, per avviare gli impianti, “dare acqua”, anziché “mettere in moto”, “accendere”.
I vecchi mulini e le antiche ruote delle fabbriche con le rogge che attraversano Biella raccontano una storia di simbiosi tra uomo e natura, una relazione che ha profondamente segnato l’identità della città e dei suoi abitanti.
Inoltre non tutti sanno che l’acqua del Biellese nasce a 1500 metri sotto terra e ha proprietà intrinseche particolari. Scorrendo infatti lungo terreni privi di gesso e di calcare le acque sono povere di quella durezza e concentrazione di sali minerali che la rende ottima già al suo stato naturale per il trattamento della lana e per le tinture dei filati e dei tessuti.
Essendo buona al gusto e purissima è stata l’ideale anche per la produzione di una birra storica come la Menabrea.
Da diversi decenni inoltre sono nati birrifici artigianali come Un Terzo, Valle Elvo, Beer In ed altri meno conosciuti in quanto micro birrifici ma con ottimi e sani prodotti che si possono fregiare della dicitura Birrificio Agricolo.
Non dimentichiamo inoltre che a Graglia, sopra l’omonimo santuario, viene imbottigliata l’acqua più leggera d’Europa; la Lauretana, esportata in tutto il mondo.



Biella Turismo è il logo ideato dall’artista Ugo Nespolo nel 2005 per la campagna “Innamorati del Biellese” che promosse il territorio in occasione delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Il logo è formato da una mano aperta stilizzata che rappresenta le cinque valli biellesi: Val Sessera, Valle Mosso, Valle Cervo, Valle d’Oropa, Valle Elvo. Le valli fanno da cornice alla pianura e al capoluogo, il palmo della mano. L’occhio è del forestiero curioso di conoscer … Biellese, Che Territorio! Non sappiamo ancor oggi perché la Valle Cervo gli infila un dito nell’occhio.
